Diventa un parrucchiere d’alta moda con l’Accademia Polverini
Diventa un parrucchiere d’alta moda all’Accademia Polverini: è possibile. Lo dimostra la storia di successo di Federico Ghezzi, oggi hairstylist di fama internazionale, che ha iniziato il suo percorso proprio nella nostra scuola.
Dai primi lavori nei saloni a Milano, fino ad arrivare alle vette dell’alta moda. Ecco l’intervista in cui racconta il suo percorso professionale che lo ha portato a diventare apprezzato da stilisti di tutto il mondo.
Ciao Federico, grazie di aver accettato di partecipare a quest’intervista. Per iniziare, ci puoi parlare un po’ di te e di cosa fai nella vita?
Innanzitutto grazie ancora dell’invito. Mi chiamo Federico Ghezzi, sono un parrucchiere libero professionista e lavoro principalmente nel campo della moda.
Di solito quando si pensa al mestiere e alla formazione del parrucchiere viene in mente il lavoro organizzato attorno al salone. Tu che sei un freelance come organizzi il tuo lavoro?
Io sono rappresentato da due agenzie: una in Inghilterra e una, quella storica che mi segue da sempre, a Milano. La prima, che ha in mano e organizza il mio lavoro in tutto il mondo, si chiama Saint Luke Artists. La seconda, quella di Milano, si occupa solamente del mio lavoro in Italia è WL Management.
Quando e come inizia il tuo percorso professionale?
Il mio percorso inizia nel 1996, con il mio trasferimento a Londra per fare il parrucchiere. Purtroppo all’epoca il militare era ancora obbligatorio, quindi sono dovuto ritornare in Italia. Nel 2001, se non mi sbaglio, ho conosciuto la Polverini Hair Academia. Non posso che definirlo un vero e proprio colpo di fulmine.
Mi iscrissi al corso che all’epoca si chiamava Full Master Program e sono rimasto lì per quattro anni. Contemporaneamente lavoravo con Maurizio nel salone di Via Cattaneo.
In cosa ha contribuito l’Accademia Polverini per permetterti di diventare parrucchiere d’alta moda?
In tutto. Il mio percorso è partito proprio da Firenze, e senza l’Accademia non avrei potuto costruire nulla. Ci sono state varie tappe e sicuramente un momento fondamentale è stato proprio quando Maurizio e Franca dell’Accademia mi hanno offerto la direzione artistica del loro negozio a Forte de’ marmi. Lì ho fatto tutta la stagione, che ricordo con estremo piacere, anche perché mi ha permesso di capire come gestire un negozio in autonomia.
Dopo quest’esperienza infatti ho gestito un mio salone a Milano, nella zona di Brera.
Dopo l’esperienza nel negozio di Milano, so che hai lavorato molto in giro per il mondo.
Esattamente. Ero per l’appunto in Argentina quando mi venne offerto un posto a Londra che a mia volta rifiutai per andare a New York, dove ho iniziato a lavorare per Eugene. fino a diventare membro del suo staff. Eravamo solo in cinque a seguirlo negli show più grandi, come quelli Londra, Parigi o New York.
Abbiamo lavorato con tutti i brand più importanti dell’alta moda, come Gucci, Etro e Marc Jacobs. Dopo quest’esperienza mi è stata offerta la possibilità di essere rappresentato da CLM, una delle maggiori del settore. A quel punto mi sono trasferito a Londra e non me ne sono andato.
Cosa ci puoi dire delle tue attuali esperienze? Hai lavorato per Vogue America, giusto?
Sì esatto, e non solo. Per moltissimo tempo ho lavorato per Vogue Italia e a breve uscirà un nuovo progetto su Vogue Thailandia. Uno dei pochi che in vece manca ancora nella lista è Vogue Francia.
La tua formazione di parrucchiere d’alta moda all’Accademia Polverini cosa ti ha lasciato?
L’Accademia Polverini mi ha dato quelle che sono state le basi del mio lavoro. Ovviamente ogni professionista si migliora nel tempo, ma senza delle basi solide non si va da nessuna parte.
Ricordo con estremo piacere un momento in particolare. Per onestà intellettuale devo dire che all’epoca pensavo molto di più a divertirmi piuttosto che a lavorare. Ecco, in una delle tante volte in cui lo facevo, Elisa, mi prese da parte e mi disse: « Forse è il momento di iniziare a fare le cose con un po’ di stile ed eleganza, o no?».
Quelle parole mi colpirono molto: da allora sono diventate uno dei pilastri del mio lavoro.
